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La natura delle generazioni

Nel mondo convivono ad oggi, per la prima volta, ben 7 generazioni diverse di persone. Le generazioni sono un qualcosa di naturale in quanto ognuna di essa elabora e agisce valori specifici, credenze, convinzioni, filosofie, competenze e capacità a seconda del periodo storico- sociale e tecnologico che respira durante gli anni della gioventù. La differenza da una generazione all’altra è il modo di vedere il mondo.

Generazioni a confronto

Come abbiamo detto, oggi, riscontriamo la coesistenza di ben 7 generazioni, dove la prima è rappresentata dalle persone nate entro 1924 e l’ultima rappresentata dai nati dal 2011 a oggi. Queste generazioni hanno vissuto in modi diversi e queste differenze si possono notare anche dal modo in cui tra esse comunicano, sia nella vita sociale che in ambito lavorativo.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono e come si chiamano?

  1. Generazione FOUNDERS

Sono coloro nati entro il 1924,  sono gli attuali ultranovantenni e in Italia se ne contano circa 157 mila. 

Per questa generazione, la famiglia non era sinonimo di sicurezza, e i figli rappresentavano le braccia utili per i lavori in campagna. Essi dovevano lottare con la sopravvivenza fisica, basti considerare che il mezzadro, ossia colui che possiede un pezzo di terra, era un lavoro di potere che pochi potevano vantare.

generazione founders e generazione builders

Sono coloro che da bambini hanno assistito al terremoto di Messina o a alla tragedia del Titanic. Hanno visto partire i genitori per la prima guerra mondiale e a 10 anni potevano diventare capi-famiglia. È la prima generazione che ha vissuto gli effetti delle emigrazioni lasciando genitori, figli , mogli senza sapere più nulla di loro, ma la partenza   faceva la differenza tra vivere o morire. 

Le donne di questa generazione accudivano i figli e non avevano i diritti o le possibilità che Hanno le donne di oggi, ma proprio con questa generazione nascono i possono avere oggi, ma proprio con questa generazione iniziano a muoversi i primi movimenti femministi, come le “suffragette” nato per ottenere il diritto di voto.

  1. Generazione BUILDERS

Sono coloro che sono nati tra il 1925 e il 1945, ossia che hanno tra i 75 e i 95 anni. In italia sono circa 7.4 milioni.

Questa generazione si muove tra concetti del tutto nuovi, come la “lealtà” verso le istituzioni, la “fedeltà” al datore di lavoro e alla famiglia, la “sopravvivenza” fisica ed economica.

Come la generazione precedente, anche essi hanno visto parenti partire per la guerra, però vi erano spiragli per una vita migliore in quanto nacquero aggregatori sociali come la tv o l’oratorio.

In italia sono coloro che hanno costruito le periferie aiutandosi reciprocamente. Sono i fondatori delle imprese italiane più famose. Sono coloro dove la maggioranza se è andata a scuola si fermava alla quinta elementare ed erano pochissimi quelli che arrivavano al diploma.

Sono imprenditori ancora attivi nel mondo del lavoro imparando presto che solo lavorando insieme verso un obiettivo comune si può costruire un mondo  migliore. Tra questi ricordiamo Harrison Ford e George Bush.

  1. Generazione BABY BOOMERS

Sono coloro che sono nati tra il 1946 e il 1964, ossia che hanno tra i 56 e i 74 anni. In italia sono circa 14.8 milioni.

Questa generazione si basa sull’ottimismo e sui progressi innovativi. Essi hanno vissuto i piu grandi cambiamenti storico-sociali in seguito alle innovazioni portate dall’industria bellica della 2° guerra mondiale.

Baby boomers

Hanno dato il via a rivoluzioni sociali ed economiche che hanno mutato le convenzioni e i ruoli sociali. Essi possono essere definiti “la generazione del cambiamento”. Hanno imparato subito ad affidarsi alle nuove tecnologie e far conto sulla forza di gruppo. Da bambini vedono la nascita del rock n’roll, del festival di Sanremo, le televisioni iniziano a trasmettere programmi in bianco e nero e nacquero le prime forme di videogiochi.

I baby boomer sono gli attori di una fase di transizione che cambierà il mondo.

Sono i figli di chi è tornato dalla guerra e da bambini hanno visto che tutto era possibile e raggiungibile, come il lavoro per tutti, anche per le donne, come la possibilità di mangiare, di studiare e di una vita migliore.

Le donne, qui iniziano ad avere la possibilità di poter lavorare nelle fabbriche e di poter accedere all’università.

Per il marketing questo è il gruppo generazionale finanziariamente più appetibile, ed è forse l’ultima generazione ad avere dei risparmi interessanti.

Sono coloro che si avviano verso il pensionamento incidendo sui sistemi di lavoro.

Di questa generazione ricordiamo Steve Jobs, Barack Obama, Richard Gere.

  1. Generazione X
Generazione X

Sono coloro che sono nati tra il 1965 e il 1979, ossia che hanno tra i 41 e i 55 anni. In italia sono circa 14.3  milioni.

Quando erano bambini hanno visto approvare leggi sul divorzio, scritto lettere a scuola per i potenti chiedendo di non premere il pulsante rosso e causare una guerra nucleare. Sono i bambini che hanno assistito ai licenziamenti dei genitori e che la maggior parte delle volte dovevano crescere soli o occuparsi dei fratellini più piccoli perché entrambi i genitori lavoravano.

Sono gli anni dove nuovi movimenti nascenti lanciano bombe a mano contro le folle o costruiscono pacchi bomba uccidendo centinaia di persone e lasciandone ferite tante altre. Si vengono a formare le prime radio private e nasce il movimento delle “radio libere” (stazioni radiofoniche create per lo piu da giovani come quella bolognese “radio Alice”). Tra l’altro sono gli anni dell’ascesa della discomusic e della moderna concezione di discoteca.

Questa generazione si muove sullo scetticismo e la cautela, nati con la raccomandazione da parte degli adulti di “non prendere caramelle dagli sconosciuti”.

I membri della generazione X sono consapevoli che hanno meno occupazione rispetto alla generazione precedente, ossia coloro che sono cresciuti durante la crisi economica degli anni 90 e della disoccupazione su larga scala.

Questa generazione ha la consapevolezza che quello che ha funzionato prima oggi non funzioni più

Tra questi ricordiamo Paola Cortellesi, Jennifer Aniston.

Millennials
  1. Generazione MILLENNIALS

Sono coloro che sono nati tra il 1980 e il 1994, ossia che hanno tra i 26 e i 40 anni. In italia sono circa 10.8 milioni.

Nati in piena rivoluzione digitale ma vivono durante la più grande crisi economica dalla Depressione degli anni ’30. Questa generazione è quella che più fra tutte tra le precedenti ha avuto accesso alle informazioni veloci e ha investito sulla propria formazione e per questo hanno un’etica professionale basata sul merito e sull’equità e sull’equilibrio vita-lavoro. Questa è la generazione dei bambini che per la prima volta hanno sentito parlare di ambiente a scuola. Sperimentano i giochi digitali e a scuola conoscono etnie e culture differenti. Sono coloro che vivono negli anni del terrorismo, di Al-Qaida e che hanno assistito all’attentato delle Torri Gemelle nel 2001.

Per il marketing questi sono i primi ad avere la consapevolezza dell’impatto delle proprie scelte di consumo sul sistema economico globale, con loro infatti il “reciclo” diventa uno stile di vita. 

Sono coloro che ad oggi riescono a reinventarsi, a differenza delle generazioni precedenti che una volta che intraprendono una strada seguono quella senza indugio. Sono coloro che non sentono con l’azienda un vero e proprio legame. Non a caso la maggior parte dei Millennials possiede buona parte degli start-upper, basate su idee nuove e originali come il “FRESCO FRIGO” ossia portare il supermercato sotto casa, in una macchinetta tra il portone d’ingresso e la rampa di scale o ascensore. Questo progetto è partito a Milano nel periodo di lockdown. Questa è una generazione che ha più di tutte le precedenti fiducia in sé stessi.

I millennials in Italia sono coloro che acquistano per costruirsi un’identità e sono prudenti nelle scelte di spesa.

Questa generazione, viene chiamata anche GENERAZIONE Y o GENERATION ME.

In questi anni sono nati Eva Geen, Mark Zuckerberg, i principi Harry e William d’Inghilterra.

  1. Generazione Z

Sono coloro che sono nati tra il 1995 e il 2010, ossia che hanno tra i 10 e i 25 anni. In Italia sono circa 8.8 milioni.

Nati in un mondo in cui internet, smartphone e computer già esistono. Nati con la domestichezza di queste tecnologie digitali, rende questa generazione la più esperta di sempre nella navigazione in rete. A scuola studiano e parlano degli impatti del clima e dell’effetto serra sul pianeta e sulla salute umana. All’università o al lavoro sperimentano nuovi corsi e inventano nuovi mestieri. Basti pensare che anche un bambino di 10 anni può guadagnare cifre importanti con uno dei nuovi mestieri nati grazie alla rete, quello degli influencer. 

Si giostrano tra diverse app quali instagram, tik tok e snapchat in quanto la privacy per loro è importante, a differenza dei millennials o altri che prediligono facebook. 

A causa dell’eccesso di informazione però, quando sorge un problema questa generazione cerca una risposta rapida con piu alternative possibile piuttosto che lavorare per risolvere il problema in solitudine.

generazione Z

Sono più sensibili delle altre generazioni in quanto nati in un mondo già piuttosto difficile. Sono coloro che si scontrano con le altre generazioni in quanto per quest’ultime vengono etichettati come robot, come coloro che “all’età vostra non si sa che facevo” o “non sapete divertirvi come si faceva una volta”, senza cercare di capire che le situazioni cambiano, il mondo cambia e con esso anche le persone che fin da piccole hanno un livello di apprendimento molto alto. 

La generazione Z può essere vista come una generazione danneggiata dalle altre, ma alla persona fisica essi navigando su internet hanno maggiore conoscenza e coscienza, sono più uniti, aggregati da uno schermo e possono fare tanto per la società del futuro. Sono quei bambini che programmano giocando. Coloro che sono nati con tutte le informazioni a portata di telefono.

Loro possono essere la vera rivoluzione del futuro!

Per i reparti marketing di tutte le aziende questo è il target per eccellenza di qualsiasi tipo di comunicazione degli ultimi anni. Sono loro la vera rivoluzione in fatto di comportamenti e apprendimento, ma anche di lavoro. Per loro la diversità è un valore e un punto di partenza riconosciuto nella quotidianità.

La domanda che ci lascia una speranza per il futuro è: “Per quale idea di mondo si batteranno?”

Questa generazione inoltre si trova in un periodo di crescita, il periodo più delicato e ci si domanda gli effetti che questa pandemia potrebbe comportargli. Per il momento sappiamo che riescono a fare di un divertimento il proprio lavoro, come il ragazzo tik toker Khaby Lame, dove il successo si raggiunge anche tramite strategie che vi sono dietro, tramite l’originalità. La generazione Z è una generazione creativa in quanto in un mondo dove si afferma che tutto già è stato scoperto o inventato loro devono reinventarsi e riscoprirsi.

  1. Generazione ALPHA

Sono coloro che sono nati tra il 2011 e oggi, ossia che hanno tra i pochi mesi e i 10 anni di età. In Italia sono poco più di 5 milioni.

Per loro, un mondo senza internet non esiste. Imparano fin da subito a avere familiarità con le tecnologie digitali, le loro mani prima di toccare una penna toccano un tablet. Per questa generazione ogni pensiero e azione è immediatamente condivisibile e trasferibile.

Il mondo che loro vedono è totalmente diverso da come lo hanno visto le altre generazioni, ossia non ci sono confini e tutto accade ovunque. Hanno imparato da così presto la parola virus. Vedono in tv disastri ambientali, guerre e carestie che generano sfollati.

Generazione Alpha

Gli studiosi osservano con molta attenzione questa generazione, è la piu veloce tra tutte ad avere accesso alle informazioni in quanto già a 3 anni sanno come cercarle e come utilizzarle. Oggi a 4 anni un bambino puo comprendere concetti semplici, scrivere e molti di loro sanno già leggere. Sono più maturi e crescono più velocemente.

Per il marketing questa è una generazione con un alto potere di influenza e la domanda che si fanno gli osservatori è : “quale sarà il futuro immaginato da questa generazione”?

Patrimonio Generazionale

Se ad oggi è presente una generazione Alpha così tecnologica ciò si deve alle generazioni passate.

Il ruolo delle generazioni è quello di preparare il futuro per chi viene dopo. Ogni generazione elabora un’idea di futuro diversa da quella precedente. Dal 2010, in seguito all’allungamento della vita media nel mondo occidentale, sono 7 le generazioni che insieme convivono su questo pianeta e sono portatrici di visioni del mondo profondamente diverse tra loro, ma anche con punti di incontro incredibili anche se a volte difficili da vedere. Ciascuna di esse ha aspettative e ambizioni da realizzare simile e diverse allo stesso tempo e con stili di comunicazione, relazione e di linguaggio nuovi e differenti. IL PRIMO PASSO È SAPERLO.

COSA CAMBIA PER QUESTE GENERAZIONI?

Cambiano le modalità con la quale ci si approccia alla vita sia in ambito sociale che in ambito lavorativo.

In ambito sociale, Zygmunt Bauman, un sociologo e filosofo polacco, intorno al 2000 coniò la definizione di “società liquida” rappresentando la società di oggi, caratterizzata da tratti distintivi come la crisi dello stato, dei partiti e delle idologie, l’individualismo sfrenato, l’incertezza del diritto. Il sociologo associa questo termine allo smantellamento delle antiche sicurezze ad una “vita liquida”, più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini dei gruppi dominanti.

Si parla delle ultime generazioni, coloro che possono avvertire un senso di smarrimento vivendo comunque conflitti analoghi a quelli vissuti a loro volta dalle altre generazioni in uno spiraglio senza fine.

Bauman ha una visione piuttosto cupa della società, in quanto la comunità contemporanea gli appare appiattita, privata dai riti di passaggio che costituivano le tappe significative della crescita individuale e scandita da delusioni, sacrifici, rinunce e conquiste. Una generazione meglio equipaggiata tecnologicamente nella storia umana, ma anche afflitta come nessun’altra da sensazioni di insicurezza ed impotenza.

Questo senso di inadeguatezza vissuta dalle nuove generazioni nella società moderna è una condizione che le generazioni precedenti faticano a comprendere, poiché i ragazzi di oggi vivono in un mondo completamente diverso da quello dei loro genitori. Le precedenti generazioni vivevano in una società povera e il messaggio che la famiglia dava ai propri figli era quello del sacrificio, del dovere e lo stesso messaggio era veicolato dalla società.

generazione a confronto

Oggi la famiglia tenta ancora di infondere questo messaggio ai giovani, pur credendoci meno, mentre la società dice loro di divertirsi, di consumare e fare ciò che vogliono. È una società fondata sul principio del piacere e del virtuale. Il detto “ai miei tempi” non vale più, in quanto quei tempi sono radicalmente diversi dall’oggi e non possono proporre il loro vissuto ai ragazzi delle nuove generazioni: questa è la prima generazione che non può contare sull’esperienza dei genitori. Mentre gli adulti considerano internet e il web come un mondo distinto dalla realtà, per le nuove generazioni esso costituisce un contesto in cui crescere ed esprimere la propria personalità, un ambiente in grado di concretizzare visivamente immagini e pensieri.

Nasce così una nuova idea di appartenenza con nuovi approcci ed atteggiamenti che contribuiscono ad alimentare, modificare, far evolvere il mondo virtuale che gli adulti faticano a comprendere, generando un inevitabile divario culturale. Bisogna comprendere il mondo di ogni generazione.

Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, l’ingresso a questo mondo cambia di generazione in generazione. Come i baby boomers degli anni ’60 che magari hanno iniziato a lavorare già dall’età dei 17 anni, oppure come è accaduto ai Millennials che sono entrati nel mondo del lavor all’età di 25-30 anni. 

Singifica mettere a confronto mondi e filosofie di vite, bisogni, aspettative, approcci completamente differenti l’uno all’altro. Anche un titolo di studio può cambiare il mondo del lavoro. Mentre prima si andava a lavorare e si metteva in piedi un impero con un titolo di studio elementare, ad oggi si ricercano coloro con titoli di studio elevati e anche l’università è diventata un passaggio obbligatorio per poter apprcciarci a nuovi mestieri innovativi e tecnologici.

Il cambiamento di queste condizioni d’ingresso al mondo del lavoro , in termini di soglia di età, livello di studio, anni di lavoro minimi per il raggiungimento della pensione, influisce sia sulla gestione delle risorse umane in azienda  sia nell’affidabilità di un certo sistema da parte dei giovani.

generazioni a confronto

Oggi in una realtà lavorativa, come un’azienda, è possibile osservare la presenza di diverse generazioni sotto lo stesso tetto, partendo dagli anni ’50, con differenze di età dai 20-25 ai 60-70.

Ciò che si deve capire è che questa compresenza di più generazioni nello stesso luogo di lavoro, può essere molto importante per la società in quanto si potrebbe innovare o cambiare quello che non funziona più, se solo si imparasse a sfruttare il potenziale innovativo nascosto di generazioni differenti. 

Tutte queste generazioni hanno i propri sistemi di valori, obiettivi, linguaggi e sensibilità molto diversi tra loro. Ciò sembra produrre un ostacolo, si pensi solo alla comunicazione che molto spesso risulta difficile proprio a causa della poca conoscenza della natura delle generazioni, dei loro sistemi valoriali e delle loro aspettative, basti pensare all’avversione al web e agli smartphon dei baby boomers, utiizzati invece normalmente dalla generazione X.

L’innovazione, il cambiamento, il successo di queste generazioni lo possiamo trovare solo se si ha la capacità di saper vedere le cose con gli occhi di un altro, magari con un’età diversa.

CONCLUSIONE

Vi è questo principio di critica tra generazioni, dove ogni generazione viene vista dalle altre come o un tempo che non c’è più o un tempo sbagliato. 

Questo principio di critica fa sì che ogni generazione ha per sé la convinzione di essere quella più avanzata, forte o migliore. Non vi è un avvicinamento o una curiosità ma vi è un allontanamento tra essi.

Bisognerebbe in primis riconoscere che queste generazioni esistono. Riconoscere che ognuna in quel momento si trovava in un mondo con condizioni sempre diverse e nuove. Riconoscere che ognuno in base a questo ha sviluppato un proprio modo di vedere il mondo e che ognuna al tempo stesso ha delle proprietà nascoste.  Se ci si venisse incontro, senza critiche, ma apportando in sé stessi queste visioni differenti, saremmo in grado di capire e di conoscere l’altro, con tutte le differenze di età che avremmo l’un con l’altro.  Da questa conoscenza può nascere la comprensione così come l’unione. Un’unione dove tutti cercano di capire gli altri e sé stessi con una maggiore coscienza. Questa unione di valori, di punti di vista per la società può giocare un ruolo fondamentale cambiando ciò che non va più bene e cercando di assottigliare quelle mostruose differenze che essi stessi portano avanti. In un mondo dove tutti si comprendono e si sostengono la società non può che migliorare. Trasformare le differenze in risorse.

Le generazioni sono un qualcosa di naturale. Il primo passo è saperlo.


Autrice: Greta Pigliacampo, tirocinante presso la nostra Associazione, studentessa di Antropologia all’Università di Bologna

FONTI

LETTURE CONSIGLIATE

  • “La parola ai giovani” di Umberto Galimberti
  • “Generazioni. Chi siamo, che cosa vogliamo, come possiamo dialogare”;
  • “Generazioni a confronto. Materiali per uno studio”;

FILM CONSIGLIATI

  • “Quel pazzo venerdì” di Mark Waters;
  • “Genitori vs influencer” di Michela Andreozzi;
  • “Gli sdraiati” di Francesca Archibugi
  • “Generazioni a confronto” di Bill L. Norton
  • “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni

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