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Sacro e Profano: il ruolo dei tabù

È nato prima il sacro o il profano?

L’esperienza del sacro ha origine con l’uomo, in quanto da sempre l’uomo si sforza di dare un valore ultraterreno al mondo che lo circonda.  “Il sacro è un elemento nella struttura della coscienza umana e non è uno stadio nella storia della coscienza stessa” Scriveva Mircea Eliade, storico delle religioni, antropologo, filosofo e mitografo, nel suo saggio “Storia delle credenze e delle idee religiose”.

Sacro è quindi un termine storico religioso, ed è un fenomeno religioso e antropologico, utilizzato per indicare quella realtà che trascende dalla realtà materiale, quest’ultima invece racchiude tutto ciò che viene identificato come profano. La sfera del sacro trova il suo posto in tutte le religioni e occupa quella realtà trascendentale popolata da esseri viventi e costruzioni che donano un significato spirituale all’universo.

Dove ritroviamo il sacro?

crocifisso chiesa in Messico

Ci sono i luoghi sacri, come la Mecca considerata luogo di raccoglimento spirituale per eccellenza dei musulmani. Durante le loro  5 preghiere quotidiane i musulmani, dovunque essi si trovano, devono essere rivolti nella direzione della Ka’ba, la più antica costruzione situata all’interno della Sacra Moschea, al centro della Mecca e  rappresenta l’edificio più sacro dell’islam. Altro esempio è il “Muro del pianto” che rappresenta per gli ebrei il luogo più sacro in quanto è tutto ciò che rimane dell’antico tempio di Gerusalemme, distrutto nel 70 dC.., tra le fessure del muro gli ebrei vi infilano dei foglietti con sopra scritte le preghiere.

Animali, piante e oggetti sacri

India sculture di mucche sacre

Ma non ci sono solo i luoghi, in tante religioni anche alcuni animali sono considerati sacri. Pensiamo ai bovini per l’induismo, in modo particolare la vacca, dal nome divino di “Kamadhenu” ossia “vacca che realizza i desideri”. La mucca rappresenta la fertilità e l’abbondanza, e simboleggia la generosità della terra.
In India le vacche possono aggirarsi indisturbate per le strade e perfino nelle grandi città, circondate da un atteggiamento rispettoso e nessun autista si arrabbia perché costretto a fermarsi o a fare complicate manovre perché una mucca è sdraiata sulla sua corsia. Nell’induismo uccidere una vacca, ossia il loro animale sacro, è considerato un reato gravissimo che comporta multe altissime o addirittura anni di detenzione.

Vi sono altri esempi di sacralità, come un oggetto che impersonifica una credenza, diventando essa una rappresentazione di sacro: pensiamo ai grandi pali totemici o più conosciuti i totem, che i nativi del Nord-ovest Pacifico costiero usano per raffigurare riverenza spirituale, leggende familiari, esseri sacri e animali culturalmente importanti.

fiore di loto

Anche le piante possono essere sacre, come il loto nell’induismo, che racchiudono simboli divini come la trascendenza e la purezza.

Vi possono essere svariate variazioni a cui l’uomo attribuisce la sfera di sacro. Ultimo esempio è lo Yantra, caratteristico del tantrismo, dove letteralmente significa “strumento”, usato durante la loro meditazione per il controllo delle energie psichiche; essa rappresenta il corpo divino dell’universo.

Tutte le credenze religiose, semplici o complesse che siano presentano la caratteristica in comune di sistemare le cose, reali o irreali, in due generi opposti, due domini comprendenti l’uno tutto ciò che è sacro, l’altro tutto ciò che è profano. Ad esempio la chiesa per una persona cristiana è vista come la casa di dio, ossia come un luogo sacro; ad esempio questi luoghi di culto, devono essere sconsacrati e diventare profani, prima di essere demoliti.

Cosa si intende per profano?

pecore che pascolano in un cimitero

Per profano si indica la realtà quotidiana, una casa, una strada, gesti quotidiani che differiscono dall’esperienza del sacro in quanto quest’ultima ha delle celebrazioni specifiche che si distaccano dalla quotidianità, conferendole quella sacralità, come ad esempio un cambio di abiti specifici per una determinata cerimonia.

Il profano è un termine che si è diffuso in primis tra gli studiosi di fenomenologia della religione, al fine di indicare, nella dicotomia sacro-profano, creata da Émile Durkheim, tutto ciò che non è investito dalla dimensione del sacro. Il termine deriva dal latino profānus o quello che è al di fuori, rimane al di fuori della pro fānum, intendendo con quest’ultimo termine un luogo sacro.

Rispondendo alla domanda iniziale se è nato prima il sacro o il profano, possiamo dire che il sacro e il profano sono i due lati della stessa medaglia. Proprio come lo yin e lo yang, la sfera del sacro e la sfera del profano sono in opposizione ma coesistono, e una non esisterebbe senza l’altra.

I TABU’ e la separazione tra sacro e profano

Sacro e profano si attraggono e si respingono in continuazione.  Le due realtà saranno sempre in conflitto tra loro e saranno sempre separate per la presenza dei divieti, ossia i cosiddetti Tabù, che proteggono la sfera sacra da quella profana.

San Juan Chamula dove è vietato fotografare il viso delle persone. Si pensa che la fotografia ruba l’anima della persona ritratta

I tabù, sono interdizioni che conferiscono al sacro quella potenza e spiritualità che l’uomo teme e rispetta. Se i tabù venissero violati si annullerebbe la sacralità dell’oggetto, del luogo o dell’animale.  Fondamentale è quindi rispettare la separazione dello spazio sacro dallo spazio profano (templi, santuari) o la separazione del tempo sacro dal tempo profano (feste e celebrazioni durante le quali tutte le mansioni profane sono bandite).

Alcuni culti “primitivi” si dividevano in culti positivi e culti negativi. Questo perché gli esseri sacri sono, per definizione, essere separati. Gli esseri sacri e quelli profani sono gli uni esterni agli altri. Esistono un insieme di riti che ha lo scopo di mantenere questa separazione e di impedire che uno dei due domini penetri nell’altro. Questi riti si basano proprio delle astensioni, cioè atti negativi.

Per questo motivo viene chiamato culto negativo il sistema costituito da questi riti particolari. Essi non prescrivono al fedele di compiere prestazioni effettive, ma si limitano a proibirgli determinati modi di agire; essi prendono dunque tutti la forma dell’interdizione o, come si dice abitualmente in etnografia, di tabù.

Alla fine però il culto negativo produce un effetto positivo in quanto con i suoi tabù dona maggiore sacralità all’oggetto di culto e l’uomo può entrare in rapporto con le cose sacre solo a condizione di spogliarsi di ciò che c’è di profano in lui.

I tabù possono assumere forme diverse, tra cui la più diffusa è la proibizione di contatto:

Questi tabù poggiano sul principio che il profano non deve toccare il sacro. Ci sono varietà molto particolari su questa interdizione. Ad esempio in una tribù australiana, il morto è un essere sacro, perché l’anima che animava il corpo è congiunta al cadavere; per questo motivo era proibito riportarsi le ossa a casa se non avvolte da un foglio di corteccia.

Altro esempio, un contatto eccezionalmente intimo è quello che risulta all’assorbimento di un alimento, dove da ciò deriva il divieto di mangiare un certo animale; come la mucca per l’induismo, dove non vi è alcun divieto ma un credente sa che l’uccisione di quell’animale sacro è considerato una colpa gravissima.

Insomma, il Tabù è qualsiasi proibizione che evita il contatto tra profano e sacro, facendo sì che il primo non annulli il secondo. L’ascetismo ad esempio è un trascendere dalla realtà profana, tramite un distacco, dove si viene innalzati da essa, la sfera individuale non può toccare o abbassarsi a quella collettiva, attraverso privazioni come il digiuno, le veglie, il ritiro, il silenzio.

Perché è necessario l’isolamento del sacro?

Il motivo per cui gli esseri sacri vengono isolati dal profano è stato individuato nella contagiosità del carattere sacro.

Questa contagiosità deriva dalla straordinaria potenza di espansione relegata a tutte le cose sacre, basta pensare che il minimo contatto più superficiale di un essere profano per trascinare le forze religiose al di fuori del loro dominio; per questo è fondamentale un intero sistema di precauzioni al fine di mantenere i due mondi a distanza l’uno dall’altro.

sacro e profano - totem

Tra questi due domini c’è un perenne antagonismo, quando il carattere sacro si estende anche a quello profano, quest’ultimo per sottrarsi alla dipendenza può creare una forte potenza ostile, che può manifestarsi sotto forma di violente reazioni distruttive, come la malattia o la morte. Questo carattere minaccioso delle interdizioni, intimorisce l’uomo, facendo sì che nonostante sia un costrutto della mente umana, il sacro rimanga ben solido.

Alla fine tra il sacro e il profano vi è un abisso, grazie ai tabù che preservano la contagiosità del sacro.

Conclusioni

Per quanto un oggetto possa essere sacro, è pur sempre un artefatto dell’uomo e siamo sempre noi esseri umani a infondere questo potere. Tutto nasce dal bisogno dell’uomo di dare un significato alla realtà ordinaria tramite una teologia, e avere una spiegazione ultraterrena alla nostra esistenza.  Ad essa gli abbiamo conferito il suo spazio sacro che rimanda a un altro mondo in base alla cultura di appartenenza e ai bisogni dell’uomo.

Tutti gli uomini sono in grado di investire un oggetto di sacralità, di creare un proprio spazio sacro, che sia collettivo (religioni) o individuale (ascetismo).

Questo ci aiuta a dare un senso al mondo che abitiamo, e in quanto tale, ogni credenza, ogni luogo sacro, ogni animale che viene sacrificato o proibito di mangiare è degno di rispettabilità. E deve essere rispettato.

Rispettando la credenza altrui, si rispetta il prossimo, e per questo che tutti noi siamo degli di rispetto. La famosa frase “Rispetto il tuo modo di pensare, anche se non lo condivido”.

 Per quanto possiamo essere diversi, siamo tutti accomunati dalla necessità di dare un significato a tutto ciò che ci circonda, questo bisogno fa parte della nostra natura umana. Ognuno, può fare la sua parte, rispettando il senso della vita esposto secondo una cultura, e per quanto non condividiamo certe credenze, il rispetto è alla base di una relazione sociale pacifica.

Autrice: Greta Pigliacampo, tirocinante presso la nostra Associazione e studentessa della Facoltà di Antropologia dell’Università di Bologna

FONTI

  • “Taboo” dell’enciclopedia britannica, J.G. Frazer;
  • “Northern Tribes”, B. Spencer e E.J. Gillen;
  • “Le forme elementari della vita religiosa”, E. Durkheim;
  • “introduzione allo studio delle religioni”, Sfameni e Gasparro;

LETTURE CONSIGLIATE

  • “Siddharta” autore H. Hesse;
  • “Totem e tabù. Psicologia delle masse e analisi dell’io” autore Sigmund Freud;
  • I tabù del mondo. Figure e miti del senso del limite e della sua violazione, autore Massimo Recalcalti;
  • Vengo prima io. Guida al piacere e all’orgasmo femminile, autrice Roberta Rossi;
  • Il sacro e il profano, autore Mircea Eliade

FILM CONSIGLIATI

  • Il Codice da Vinci di Ron Howard
  • Angeli e Demoni di Ron Howard
  • Dracula di Bram Stoker
  • Il piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci
  • Samsara di Pan Nalin

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